La scorsa settimana stavo passeggiando per strada, a Milano. E fin qua, nulla di nuovo né di particolarmente eccitante.
Almeno, fino a quando non mi sono imbattuto nella pubblicità che leggi sotto.
Bella, vero? Esatto: no. Al di là degli aspetti grafici o visivi che riguardano il gusto di ciascuno di noi (ma ho il presentimento che questa sia considerata brutta un po’ da tutti), mi ha colpito il messaggio:
Il migliore negozio di arredamento a Milano.
Adesso, sono quasi certo (sto usando l’ironia 😊 ) che Conforama non sia il migliore negozio di arredamento a Milano. Probabilmente, non compare nemmeno tra i primi 100 migliori negozi di arredamento a Milano. Forse, neanche tra i primi 1000 migliori negozi di arredamento a Milano. Però, la comunicazione aziendale e/o l’agenzia ingaggiata hanno deciso di proporre proprio quel messaggio.
Collego questo primo caso a un altro fatto. Una sera, insieme alla mia fidanzata chiacchieravamo di gelaterie. Già, di gelaterie 😉 Parlavamo della migliore gelateria di Milano, ed entrambi abbiamo citato due classifiche recenti che eleggevano come migliore gelateria di Milano altrettanti posti molto diversi. E abbiamo scoperto esserci diverse classifiche sul tema, così come ci sono diverse classifiche sui migliori sushi, sulle migliori trattorie ‘vecchia Milano’, sulle migliori università, sui migliori smart watch.
Perché?
Appena ho letto il messaggio di Conforama e mi è tornata in mente la chiacchierata sulle gelaterie, sono riemersi in memoria anche i discorsi di Francesco Pira, professore a Messina e a Venezia. Durante Cavalieri Digitali, un bellissimo evento a Capo d’Orlando a cui ho avuto il piacere di partecipare (e che quest’anno tornerà… stay tuned 😉), il Prof. Pira ha detto qualcosa che mi è rimasto in mente e ricordo con chiarezza nella sua sostanza.
Anni fa, leggendo un qualsiasi quotidiano nazionale o altre fonti reputate, avevamo la netta percezione di leggere la Verità. Oggi, leggendo quelle stesse fonti, abbiamo molti più dubbi.
Le fake news e la modalità di funzionamento economico dei media hanno indebolito il giornalismo, nonché in generale la veridicità (e la percezione di veridicità) del sistema mediatico e dei contenuti che vengono continuamente creati, pubblicati e condivisi. Guarda le statistiche aggiornate in tempo reale di internet.
Il risultato? Oggi vale tutto, e il contrario di tutto. Non a caso, l’ultimo libro del Prof. Francesco Pira intitola Giornalismi, al plurale, proprio per dare risalto a questa ‘ricchezza’. Chiamiamola così…
Dai giornalismi, alle pubblicità
Un contesto comunicativo così ricco di bolle, notizie non vere, gossip, dove vale tutto e il contrario di tutto, così denso di contenuti di ogni tipologia e qualità, offre un’ottima opportunità per una ‘evoluzione involuta’ della comunicazione.
Mi spiego meglio, premettendo che non sono un pubblicitario ma solo un osservatore. Chi non ricorda slogan come Più Bianco Non si Può? Ho scoperto esserci anche un libro dedicato a questo brand e alle sue comunicazioni.
Slogan fondati sull’over promise e caduti poi nel dimenticatoio perché inefficaci, schiacciati dalla Verità e dall’Informazione che ha permesso di scoprire che sì, esistevano altri prodotti capaci di offrire un bianco ancora più bianco di quello di Dash. Ma oggi, nel tempo delle multi fonti tutte di pari dignità?
Oggi, probabilmente, è (appunto) tempo di andare avanti. Tornando però indietro. Ovvero, riscoprendo quel modo di comunicare. Tanto, chi potrebbe dire il contrario? Se anche qualcuno o qualcosa lo sostenesse, qualcun altro o qualcos’altro direbbe il contrario del contrario. E così via, in un loop infinito di pareri e prospettive.
Con troppa informazione, siamo paradossalmente tornati all’asimmetria informativa?
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E allora, paradossalmente e curiosamente, il messaggio di Conforama – così perentorio e lineare, che non lascia scampo ad ambiguità – immagino convincerà per davvero molte persone. Che usciranno dal negozio nella genuina e profonda convinzione di essere stato nel migliore negozio di arredamento della metropoli. Che compreranno un mobile a buon prezzo, pensando di avere fatto un super affare di buon gusto. Che mostreranno l’acquisto a familiari, parenti e conoscenti; orgogliosi. Si chiama self image e secondo modelli consolidati di branding è la percezione che le persone hanno di sé stesse, quando posseggono e usano il prodotto.
E mai nessuno potrà confutarle: perché ci sarà sempre un nuovo contenuto, una nuova classifica, un nuovo blogger (pardon, influencer), un nuovo social post che dirà l’esatto contrario di tale confuta. Io stesso, dal mio sito web, potrei pubblicare una nuova classifica che posiziona Conforama come primo negozio di arredamento e design a Milano, in Italia, nel mondo. Uno spazio pubblicitario che potrebbe essere usato con efficacia dall’azienda, per rimarcare il proprio messaggio. Dalla pubblicità, alle pubblicità.
Come dire: abbiamo voluto il peer-to-peer? Adesso, pedaliamo.
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